Possiamo far risalire la teoria sui gruppi a due nuclei teorici centrali e originari: Bion con le teorizzazione relative agli assunti di base e il concetto di valenza, e quello di mondo interno di Klein e di “spazio interno-esterno” di Winnicott. A questo nucleo centrale si aggiungono le successive teorizzazioni del concetto di campo introdotto dai coniugi Baranger in Argentina. La teoria dei gruppi si sviluppa anche in Europa: in Inghilterra, il lavoro di Foulkes, Rickman, Main, Turquet, Jaques, Menzies, de Marè, Hinshelwood, Pines ha favorito e sostenuto la nascita di istituti quali, ad esempio, la Tavistock Clinic e il Tavistock Institute. Anche in Francia il lavoro e la teoria sui gruppi trova terreno fertile, ne sono un esempio Anzieu, Kaes e Rouchy; anche in Italia sono molti i contributi alla teoria dei gruppi in particolare ricordiamo il lavoro di Napolitani e Corrao e il cosiddetto gruppo del Pollaiolo, il contributo di Gaburri. Gli studi sui gruppi lavoro vengono tutt’ora promossi e portati avanti, tra gli altri, da M. Perini.
Il gruppo di lavoro nella originale concezione bioniana si costituisce come un gruppo orientato al compito. Tale modalità di funzionamento del gruppo dovrebbe essere razionale e finalizzata all’ottenimento di un risultato. È Bion stesso a evidenziare come ciò sia illusorio, poiché, in ogni gruppo, si riscontra un funzionamento più inconscio e irrazionale sostenuto dalla necessità di ciascun membro di soddisfare bisogni personali, emotivi e sociali. Bion sottolinea come tale duplice configurazione, gruppo di lavoro (Cfr) e gruppo in assunto di base, sottenda al lavoro di tutti i gruppi e il compito “dichiarato” del gruppo svolga la stessa funzione, per il gruppo, che l’Io svolge negli individui.