In una cornice teorica debitrice dei modelli di psicoterapia evolutiva di Tommaso Senise e di Gustavo Pietropolli Charmet e dei loro allievi e collaboratori, l’inconscio è pensato in termini semiotici, come centrale di elaborazione simbolica costantemente impegnata in un lavoro di ricerca e attribuzione di senso.
La “seconda nascita” durante la preadolescenza e l’adolescenza pone di fronte a specifici “compiti evolutivi”: la separazione-individuazione, la mentalizzazione del nuovo corpo sessuato, l’apertura a una nuova dimensione relazionale e sociale, l’elaborazione valoriale ed ideale, la dimensione progettuale orientata al futuro.
L’adulto competente (genitore, insegnante, educatore, psicologo…) affianca l’adolescente alle prese con questi compiti, per prevenire blocchi evolutivi in cui tentativi fallimentari di superamento possono esitare in manifestazioni sintomatiche. La presa in carico sostiene l’adolescente nella ripresa del suo percorso evolutivo, favorendo la mentalizzazione e aiutandolo a recuperare un senso di Sé integro e competente.