Numero 1 del 2021
Numero 1 del 2021
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Numero 1 del 2021
I - (1) - Novembre 2021
I - (1) - Novembre 2021
I - (1) - Novembre 2021
Psicoanalisi Contemporanea Rivista semestrale di A.Psi.C.
Direttore Responsabile
Daniela Cassano
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Daniela Cassano
Direttore Editoriale
Morena Danieli
Direttore Editoriale
Morena Danieli
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Redattore Capo
Laura Fattori
Redattore Capo
Laura Fattori
Inizio lezioni
Laura Fattori
Redattori
Giulia Brolato, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
Redattori
Giulia Brolato, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
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Giulia Brolato, Chiara Pugnetti, Mirella Rostagno, Ilaria Saracano, Daniela Settembrini
Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
Comitato Scientifico di A.Psi.C.
Maria Baiona, Franco Freilone, Stefano Calamandrei
Sede della Redazione
via Verdi 45, Torino
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Rivista completa
Indice
Indice
01
Editoriale
02
Perché una Rivista di Psicoanalisi
Daniela Settembrini, Presidente A.Psi.C.
03
Una riflessione sull'attualità
Daniela Cassano, co-Direttore della Rivista
04
Teoria e Tecnica Psicoanalitica
I disturbi di personalità: la relazione terapeutica
Stefano Calamandrei
Nell’articolo vengono delineati gli “stati limite“ e la sindrome borderline nelle varie declinazioni che questi termini hanno assunto nella storia della psiconalisi: il modello del conflitto di matrice kleiniana-bioniana, quello del deficit degli studiosi del narcisismo (Kohut, Winnicott, la scuola interpersonale), l’importanza del trauma infantile (Correale), poi il modello propugnato da Kernberg con il suo forte richiamo al contratto iniziale (che tuttavia non tutti I pazienti borderline hanno la forza di sostenere).
L’analisi del controtransfert è centrale nella terapia. In particolare l'analisi dell’aggressività da parte del paziente, che può essere dovuta a molteplici differenti cause, è molto importante per avere informazioni circa l’andamento della terapia. Un atteggiamento del terapeuta che non occulti i propri aspetti di umanità e difficoltà può smorzare l’aggressività del paziente e rivelarsi decisivo per la terapia.
L’organizzazione sanitaria pubblica spesso non si è modificata parallelamente all’aumentare del numero dei pazienti al limite: a fronte di una maggiore richiesta di spazio per l’ascolto e la relazione sta prevalendo spesso un’impostazione sempre più farmacologica.
Nell’articolo vengono delineati gli “stati limite“ e la sindrome borderline nelle varie declinazioni che questi termini hanno assunto nella storia della psiconalisi: il modello del conflitto di matrice kleiniana-bioniana, quello del deficit degli studiosi del narcisismo (Kohut, Winnicott, la scuola interpersonale), l’importanza del trauma infantile (Correale), poi il modello propugnato da Kernberg con il suo forte richiamo al contratto iniziale (che tuttavia non tutti I pazienti borderline hanno la forza di sostenere).
L’analisi del controtransfert è centrale nella terapia. In particolare l'analisi dell’aggressività da parte del paziente, che può essere dovuta a molteplici differenti cause, è molto importante per avere informazioni circa l’andamento della terapia. Un atteggiamento del terapeuta che non occulti i propri aspetti di umanità e difficoltà può smorzare l’aggressività del paziente e rivelarsi decisivo per la terapia.
L’organizzazione sanitaria pubblica spesso non si è modificata parallelamente all’aumentare del numero dei pazienti al limite: a fronte di una maggiore richiesta di spazio per l’ascolto e la relazione sta prevalendo spesso un’impostazione sempre più farmacologica.
Nell’articolo vengono delineati gli “stati limite“ e la sindrome borderline nelle varie declinazioni che questi termini hanno assunto nella storia della psiconalisi: il modello del conflitto di matrice kleiniana-bioniana, quello del deficit degli studiosi del narcisismo (Kohut, Winnicott, la scuola interpersonale), l’importanza del trauma infantile (Correale), poi il modello propugnato da Kernberg con il suo forte richiamo al contratto iniziale (che tuttavia non tutti I pazienti borderline hanno la forza di sostenere).
L’analisi del controtransfert è centrale nella terapia. In particolare l'analisi dell’aggressività da parte del paziente, che può essere dovuta a molteplici differenti cause, è molto importante per avere informazioni circa l’andamento della terapia. Un atteggiamento del terapeuta che non occulti i propri aspetti di umanità e difficoltà può smorzare l’aggressività del paziente e rivelarsi decisivo per la terapia.
L’organizzazione sanitaria pubblica spesso non si è modificata parallelamente all’aumentare del numero dei pazienti al limite: a fronte di una maggiore richiesta di spazio per l’ascolto e la relazione sta prevalendo spesso un’impostazione sempre più farmacologica.
Personality disorders: the therapeutic relationship
Borderline and “limit states” in the various forms that they have assumed in the history of psychoanalisys are delineated in this abstract: the conflict model (of kleinian-bionian matrix), that of the deficit by the theorists of narcissism (Kohut, Winnicott, the interpersonal school), the importance of infantile trauma (Correale) and finally the model proposed by Kernberg with its strong remind to the initial agreement (although not all the patients are able to maintain it). The analysis of the countertransference is fundamental. In particular, it is important to analyze the the aggressiveness of the patient (which can be due to several factors) for obtaining information about the progressing of the therapy. If the analyst doesn’t mask his humanity and his difficulties he can dampen patient’s aggressiveness and this fact can be decisive for the therapy. Public Health has not often changed in parallel with the increasing number of “limit patients”: in face of a request for a wider space for listening and relation a pharmacologic approach is often prevaling.
Personality disorders: the therapeutic relationship
Borderline and “limit states” in the various forms that they have assumed in the history of psychoanalisys are delineated in this abstract: the conflict model (of kleinian-bionian matrix), that of the deficit by the theorists of narcissism (Kohut, Winnicott, the interpersonal school), the importance of infantile trauma (Correale) and finally the model proposed by Kernberg with its strong remind to the initial agreement (although not all the patients are able to maintain it). The analysis of the countertransference is fundamental. In particular, it is important to analyze the the aggressiveness of the patient (which can be due to several factors) for obtaining information about the progressing of the therapy. If the analyst doesn’t mask his humanity and his difficulties he can dampen patient’s aggressiveness and this fact can be decisive for the therapy. Public Health has not often changed in parallel with the increasing number of “limit patients”: in face of a request for a wider space for listening and relation a pharmacologic approach is often prevaling.
Personality disorders: the therapeutic relationship
Borderline and “limit states” in the various forms that they have assumed in the history of psychoanalisys are delineated in this abstract: the conflict model (of kleinian-bionian matrix), that of the deficit by the theorists of narcissism (Kohut, Winnicott, the interpersonal school), the importance of infantile trauma (Correale) and finally the model proposed by Kernberg with its strong remind to the initial agreement (although not all the patients are able to maintain it). The analysis of the countertransference is fundamental. In particular, it is important to analyze the the aggressiveness of the patient (which can be due to several factors) for obtaining information about the progressing of the therapy. If the analyst doesn’t mask his humanity and his difficulties he can dampen patient’s aggressiveness and this fact can be decisive for the therapy. Public Health has not often changed in parallel with the increasing number of “limit patients”: in face of a request for a wider space for listening and relation a pharmacologic approach is often prevaling.
05
Casi Clinici
Oltre l'anoressia
Laura Fattori
Attraverso il racconto di quattro situazioni cliniche l'Autrice riflette sui meccanismi psichici della ripresa di un percorso evolutivo interrotto bruscamente, durante l'adolescenza, dall'insorgere di un disturbo alimentare. L'analisi comparata di queste quattro psicoterapie mette in luce l'importanza di una diagnosi dimensionale che superi la mera etichetta diagnostica e permetta una comprensione delle diverse possibili eziopatogenesi e dei differenti livelli strutturali. Il disturbo alimentare viene letto come risposta difensiva a cui le pazienti ricorrono per proteggersi da un'angoscia ancora più intensa, impensabile e intollerabile, che si colloca su un piano a-simbolico. Il disturbo alimentare con esordio in preadolescenza e adolescenza si può concepire come un tentativo di auto-cura e di superamento di una impasse nel percorso evolutivo, un blocco dovuto all'impossibilità di svolgere i compiti evolutivi fase-specifici, in particolare la mentalizzazione del corpo pubere. Particolare importanza viene data all'analisi dei miti affettivi familiari, come background culturale al cui interno può attecchire l'ideologia anoressica. Il racconto della ripresa del percorso evolutivo aiuta inoltre a comprendere che la remissione dei sintomi non è sufficiente per dichiarare la guarigione, aprendo interrogativi sul concetto di cura e sugli obiettivi e i limiti di una psicoterapia.
Attraverso il racconto di quattro situazioni cliniche l'Autrice riflette sui meccanismi psichici della ripresa di un percorso evolutivo interrotto bruscamente, durante l'adolescenza, dall'insorgere di un disturbo alimentare. L'analisi comparata di queste quattro psicoterapie mette in luce l'importanza di una diagnosi dimensionale che superi la mera etichetta diagnostica e permetta una comprensione delle diverse possibili eziopatogenesi e dei differenti livelli strutturali. Il disturbo alimentare viene letto come risposta difensiva a cui le pazienti ricorrono per proteggersi da un'angoscia ancora più intensa, impensabile e intollerabile, che si colloca su un piano a-simbolico. Il disturbo alimentare con esordio in preadolescenza e adolescenza si può concepire come un tentativo di auto-cura e di superamento di una impasse nel percorso evolutivo, un blocco dovuto all'impossibilità di svolgere i compiti evolutivi fase-specifici, in particolare la mentalizzazione del corpo pubere. Particolare importanza viene data all'analisi dei miti affettivi familiari, come background culturale al cui interno può attecchire l'ideologia anoressica. Il racconto della ripresa del percorso evolutivo aiuta inoltre a comprendere che la remissione dei sintomi non è sufficiente per dichiarare la guarigione, aprendo interrogativi sul concetto di cura e sugli obiettivi e i limiti di una psicoterapia.
Attraverso il racconto di quattro situazioni cliniche l'Autrice riflette sui meccanismi psichici della ripresa di un percorso evolutivo interrotto bruscamente, durante l'adolescenza, dall'insorgere di un disturbo alimentare. L'analisi comparata di queste quattro psicoterapie mette in luce l'importanza di una diagnosi dimensionale che superi la mera etichetta diagnostica e permetta una comprensione delle diverse possibili eziopatogenesi e dei differenti livelli strutturali. Il disturbo alimentare viene letto come risposta difensiva a cui le pazienti ricorrono per proteggersi da un'angoscia ancora più intensa, impensabile e intollerabile, che si colloca su un piano a-simbolico. Il disturbo alimentare con esordio in preadolescenza e adolescenza si può concepire come un tentativo di auto-cura e di superamento di una impasse nel percorso evolutivo, un blocco dovuto all'impossibilità di svolgere i compiti evolutivi fase-specifici, in particolare la mentalizzazione del corpo pubere. Particolare importanza viene data all'analisi dei miti affettivi familiari, come background culturale al cui interno può attecchire l'ideologia anoressica. Il racconto della ripresa del percorso evolutivo aiuta inoltre a comprendere che la remissione dei sintomi non è sufficiente per dichiarare la guarigione, aprendo interrogativi sul concetto di cura e sugli obiettivi e i limiti di una psicoterapia.
Beyond anorexia
Based on four clinical situations the Author reflects on psychic processes involved in the recovery of a growth journey that had been abruptely broken by eating disorders. The comparison of these four psychotherapies highlights the importance of a dimensional diagnosis that goes beyond a mere diagnostic label and offers understanding of different possible etiopathogenesis and different structural levels. Eating disorder is seen as a defensive response used by patients in order to protect themselves from a very intense, unthinkable and overwhelming anxiety, on an a-symbolic level. When rising during preadolescence and adolescence, eating disorders can be understood as a self-cure attempt, in order to get over an impasse in their growth, a block caused by the inability to perform phase-specific tasks, first of all the mentalization of a new pubescent body. A peculiar importance is given to the analysis of affective family myths, seen as a cultural background inside which the anorexic ideology can take root. The report of the recovery of the growth journey helps to understand that symptom remission is not enough to declare healed the patient, and it asks questions about the treatment and about the aims and the limitations of a psychotherapy.
Beyond anorexia
Based on four clinical situations the Author reflects on psychic processes involved in the recovery of a growth journey that had been abruptely broken by eating disorders. The comparison of these four psychotherapies highlights the importance of a dimensional diagnosis that goes beyond a mere diagnostic label and offers understanding of different possible etiopathogenesis and different structural levels. Eating disorder is seen as a defensive response used by patients in order to protect themselves from a very intense, unthinkable and overwhelming anxiety, on an a-symbolic level. When rising during preadolescence and adolescence, eating disorders can be understood as a self-cure attempt, in order to get over an impasse in their growth, a block caused by the inability to perform phase-specific tasks, first of all the mentalization of a new pubescent body. A peculiar importance is given to the analysis of affective family myths, seen as a cultural background inside which the anorexic ideology can take root. The report of the recovery of the growth journey helps to understand that symptom remission is not enough to declare healed the patient, and it asks questions about the treatment and about the aims and the limitations of a psychotherapy.
Beyond anorexia
Based on four clinical situations the Author reflects on psychic processes involved in the recovery of a growth journey that had been abruptely broken by eating disorders. The comparison of these four psychotherapies highlights the importance of a dimensional diagnosis that goes beyond a mere diagnostic label and offers understanding of different possible etiopathogenesis and different structural levels. Eating disorder is seen as a defensive response used by patients in order to protect themselves from a very intense, unthinkable and overwhelming anxiety, on an a-symbolic level. When rising during preadolescence and adolescence, eating disorders can be understood as a self-cure attempt, in order to get over an impasse in their growth, a block caused by the inability to perform phase-specific tasks, first of all the mentalization of a new pubescent body. A peculiar importance is given to the analysis of affective family myths, seen as a cultural background inside which the anorexic ideology can take root. The report of the recovery of the growth journey helps to understand that symptom remission is not enough to declare healed the patient, and it asks questions about the treatment and about the aims and the limitations of a psychotherapy.
Change
Patrizia Cavaglià
Questo articolo descrive le mutazioni dell’esperienza psicoterapeutica ai tempi della pandemia. L’Autrice scrive queste note tra la prima e la seconda ondata di contagi in Italia, nell’autunno del 2020. Come in ogni altra parte del mondo, gli psicoterapeuti e gli psicoanalisti si sono ritrovati a dover decidere se e come lavorare con i propri pazienti in condizioni profondamente alterate del setting analitico. L’Autrice indaga alcuni aspetti profondi del cambiamento avvenuti nel campo affettivo-relazionale vissuto in co-housing col paziente. Questa analisi avviene alla luce dei concetti di legame, di cambiamento, di trasformazione e di perdita elaborati all’interno della prospettiva bioniana e post-kleiniana. Sulla base di questo retroterra teorico, l’Autrice rivolge la sua riflessione anche a testi non psicoanalitici, in particolare al libro profetico Spillover di Quammen del 2012 sulle pandemie e al romanzo Levels of Life di Julian Barnes, i cui contributi scientifici e poetici aiutano a rendere pensabile un evento che ha prodotto cambiamenti sui quali dovremmo come analisti riflettere per molto tempo. L’articolo è dedicato alla memoria di Manuela Tartari, una collega psicoterapeuta che abbiamo perduta durante la prima ondata della pandemia.
Questo articolo descrive le mutazioni dell’esperienza psicoterapeutica ai tempi della pandemia. L’Autrice scrive queste note tra la prima e la seconda ondata di contagi in Italia, nell’autunno del 2020. Come in ogni altra parte del mondo, gli psicoterapeuti e gli psicoanalisti si sono ritrovati a dover decidere se e come lavorare con i propri pazienti in condizioni profondamente alterate del setting analitico. L’Autrice indaga alcuni aspetti profondi del cambiamento avvenuti nel campo affettivo-relazionale vissuto in co-housing col paziente. Questa analisi avviene alla luce dei concetti di legame, di cambiamento, di trasformazione e di perdita elaborati all’interno della prospettiva bioniana e post-kleiniana. Sulla base di questo retroterra teorico, l’Autrice rivolge la sua riflessione anche a testi non psicoanalitici, in particolare al libro profetico Spillover di Quammen del 2012 sulle pandemie e al romanzo Levels of Life di Julian Barnes, i cui contributi scientifici e poetici aiutano a rendere pensabile un evento che ha prodotto cambiamenti sui quali dovremmo come analisti riflettere per molto tempo. L’articolo è dedicato alla memoria di Manuela Tartari, una collega psicoterapeuta che abbiamo perduta durante la prima ondata della pandemia.
Questo articolo descrive le mutazioni dell’esperienza psicoterapeutica ai tempi della pandemia. L’Autrice scrive queste note tra la prima e la seconda ondata di contagi in Italia, nell’autunno del 2020. Come in ogni altra parte del mondo, gli psicoterapeuti e gli psicoanalisti si sono ritrovati a dover decidere se e come lavorare con i propri pazienti in condizioni profondamente alterate del setting analitico. L’Autrice indaga alcuni aspetti profondi del cambiamento avvenuti nel campo affettivo-relazionale vissuto in co-housing col paziente. Questa analisi avviene alla luce dei concetti di legame, di cambiamento, di trasformazione e di perdita elaborati all’interno della prospettiva bioniana e post-kleiniana. Sulla base di questo retroterra teorico, l’Autrice rivolge la sua riflessione anche a testi non psicoanalitici, in particolare al libro profetico Spillover di Quammen del 2012 sulle pandemie e al romanzo Levels of Life di Julian Barnes, i cui contributi scientifici e poetici aiutano a rendere pensabile un evento che ha prodotto cambiamenti sui quali dovremmo come analisti riflettere per molto tempo. L’articolo è dedicato alla memoria di Manuela Tartari, una collega psicoterapeuta che abbiamo perduta durante la prima ondata della pandemia.
Change
This paper describes the changes of the psychotherapy experience in the pandemic time. The Author wrote these notes between the first and the second pandemic waves in North Italy, Autumn 2020. As in many other countries, psychotherapists and psychoanalysts had to choose if and how they could continue to work with their patients despite the deeply changed analytic setting. The Author investigates some important aspects of the changes that impacted on the affective and relational analytical field shared with the patients. This analysis builds on the concepts of link, change, transformation and loss that were developed within the bionian and contemporary kleinian perspectives. Based on this theoretical background, the Author also turns her attention to non-analytic works, like the prophetic essay Spillover by David Quammen, and the literary work Levels of Life by Julian Barnes, where she may finds insights for making thinkable an event like pandemic that has caused changes on which analysts will have to work through for more time. The paper is dedicated to the memory of Manuela Tartari, a fellow psychotherapist we lost during the first wave of the pandemic.
Change
This paper describes the changes of the psychotherapy experience in the pandemic time. The Author wrote these notes between the first and the second pandemic waves in North Italy, Autumn 2020. As in many other countries, psychotherapists and psychoanalysts had to choose if and how they could continue to work with their patients despite the deeply changed analytic setting. The Author investigates some important aspects of the changes that impacted on the affective and relational analytical field shared with the patients. This analysis builds on the concepts of link, change, transformation and loss that were developed within the bionian and contemporary kleinian perspectives. Based on this theoretical background, the Author also turns her attention to non-analytic works, like the prophetic essay Spillover by David Quammen, and the literary work Levels of Life by Julian Barnes, where she may finds insights for making thinkable an event like pandemic that has caused changes on which analysts will have to work through for more time. The paper is dedicated to the memory of Manuela Tartari, a fellow psychotherapist we lost during the first wave of the pandemic.
Change
This paper describes the changes of the psychotherapy experience in the pandemic time. The Author wrote these notes between the first and the second pandemic waves in North Italy, Autumn 2020. As in many other countries, psychotherapists and psychoanalysts had to choose if and how they could continue to work with their patients despite the deeply changed analytic setting. The Author investigates some important aspects of the changes that impacted on the affective and relational analytical field shared with the patients. This analysis builds on the concepts of link, change, transformation and loss that were developed within the bionian and contemporary kleinian perspectives. Based on this theoretical background, the Author also turns her attention to non-analytic works, like the prophetic essay Spillover by David Quammen, and the literary work Levels of Life by Julian Barnes, where she may finds insights for making thinkable an event like pandemic that has caused changes on which analysts will have to work through for more time. The paper is dedicated to the memory of Manuela Tartari, a fellow psychotherapist we lost during the first wave of the pandemic.
06
Interfacce
La difesa esistenziale quotidiana del Sè. Caducità e il SARS-CoV-2
Stefano Calamandrei
La pandemia, con i gravi rischi di morte connessi, ha costretto tutti, compresi gli psicoterapeuti, ad interrogarsi sulla propria mortalità, argomento solitamente scotomizzato. A partire da questa premessa l'articolo analizza come diversi Autori abbiano riflettuto sul tema della caducità, da Freud a Melanie Klein, da Winnicott a Kohut. Ripensando infine alla propria esperienza di consulente in un hospice, l'Autore riflette sulla necessità di alcune difese di tipo narcisistico, che, lungi dall'essere segnali di un funzionamento patologico, offrono una costanza alla nostra identità, alla coesione del Sé e alla sua continuità nel tempo: una costanza “esistenziale”, illusoriamente sostenuta da una discreta quota di negazione ed onnipotenza.
La pandemia, con i gravi rischi di morte connessi, ha costretto tutti, compresi gli psicoterapeuti, ad interrogarsi sulla propria mortalità, argomento solitamente scotomizzato. A partire da questa premessa l'articolo analizza come diversi Autori abbiano riflettuto sul tema della caducità, da Freud a Melanie Klein, da Winnicott a Kohut. Ripensando infine alla propria esperienza di consulente in un hospice, l'Autore riflette sulla necessità di alcune difese di tipo narcisistico, che, lungi dall'essere segnali di un funzionamento patologico, offrono una costanza alla nostra identità, alla coesione del Sé e alla sua continuità nel tempo: una costanza “esistenziale”, illusoriamente sostenuta da una discreta quota di negazione ed onnipotenza.
La pandemia, con i gravi rischi di morte connessi, ha costretto tutti, compresi gli psicoterapeuti, ad interrogarsi sulla propria mortalità, argomento solitamente scotomizzato. A partire da questa premessa l'articolo analizza come diversi Autori abbiano riflettuto sul tema della caducità, da Freud a Melanie Klein, da Winnicott a Kohut. Ripensando infine alla propria esperienza di consulente in un hospice, l'Autore riflette sulla necessità di alcune difese di tipo narcisistico, che, lungi dall'essere segnali di un funzionamento patologico, offrono una costanza alla nostra identità, alla coesione del Sé e alla sua continuità nel tempo: una costanza “esistenziale”, illusoriamente sostenuta da una discreta quota di negazione ed onnipotenza.
The daily existential defense of the Self. Caducity and SARS-CoV-2
The pandemic, with its severe death risks, has forced everybody (psychotherapists included) to think about their mortality, an usually scotomized issue. Moving from this premise this paper analyzes how different authors have reflected about caducity, from Freud to Melanie Klein, from Winnicott to Kohut. Thinking to his experience as a consultant into a hospice, the Author reflects on the need of some narcisistic defenses, that are not signals of a pathological functioning but offer us identity, steadiness, self-cohesion, continuity over time: an “existential” constancy, sustained in a illusory way by a certain amount of denial and almightiness.
The daily existential defense of the Self. Caducity and SARS-CoV-2
The pandemic, with its severe death risks, has forced everybody (psychotherapists included) to think about their mortality, an usually scotomized issue. Moving from this premise this paper analyzes how different authors have reflected about caducity, from Freud to Melanie Klein, from Winnicott to Kohut. Thinking to his experience as a consultant into a hospice, the Author reflects on the need of some narcisistic defenses, that are not signals of a pathological functioning but offer us identity, steadiness, self-cohesion, continuity over time: an “existential” constancy, sustained in a illusory way by a certain amount of denial and almightiness.
The daily existential defense of the Self. Caducity and SARS-CoV-2
The pandemic, with its severe death risks, has forced everybody (psychotherapists included) to think about their mortality, an usually scotomized issue. Moving from this premise this paper analyzes how different authors have reflected about caducity, from Freud to Melanie Klein, from Winnicott to Kohut. Thinking to his experience as a consultant into a hospice, the Author reflects on the need of some narcisistic defenses, that are not signals of a pathological functioning but offer us identity, steadiness, self-cohesion, continuity over time: an “existential” constancy, sustained in a illusory way by a certain amount of denial and almightiness.
La mia esperienza di psicoterapeuta ai tempi del Covid 19
Franca Petracca
L’emergenza legata alla pandemia da Covid19 ha causato gravi difficoltà anche nell’organizzazione dell’assistenza. Questo articolo porta le riflessioni dell'Autrice, psicologa, in merito alla propria esperienza vissuta durante l’attività lavorativa. Si è trovata improvvisamente a cambiare ruolo, dovendosi occupare di ammalati spesso molto anziani, prostrati nel fisico dalla malattia e allontanati a forza dai propri familiari che non potevano far loro visita. L' Autrice racconta dei propri timori di contagiarsi e poter trasmettere la malattia ai propri familiari, delle angosce degli operatori sanitari a più stretto contatto con i pazienti, della difficoltà ad organizzare un supporto psicologico anche per gli operatori sanitari. Nel suo commento Mirella Rostagno pone in luce come il ruolo dello psicoterapeuta sia quello di contenimento e condivisione delle emozioni più dolorose del paziente (ma anche del terapeuta) nella fase acuta della pandemia e diventi curativo (e quindi trasformativo) in una fase successiva di rielaborazione.
L’emergenza legata alla pandemia da Covid19 ha causato gravi difficoltà anche nell’organizzazione dell’assistenza. Questo articolo porta le riflessioni dell'Autrice, psicologa, in merito alla propria esperienza vissuta durante l’attività lavorativa. Si è trovata improvvisamente a cambiare ruolo, dovendosi occupare di ammalati spesso molto anziani, prostrati nel fisico dalla malattia e allontanati a forza dai propri familiari che non potevano far loro visita. L' Autrice racconta dei propri timori di contagiarsi e poter trasmettere la malattia ai propri familiari, delle angosce degli operatori sanitari a più stretto contatto con i pazienti, della difficoltà ad organizzare un supporto psicologico anche per gli operatori sanitari. Nel suo commento Mirella Rostagno pone in luce come il ruolo dello psicoterapeuta sia quello di contenimento e condivisione delle emozioni più dolorose del paziente (ma anche del terapeuta) nella fase acuta della pandemia e diventi curativo (e quindi trasformativo) in una fase successiva di rielaborazione.
L’emergenza legata alla pandemia da Covid19 ha causato gravi difficoltà anche nell’organizzazione dell’assistenza. Questo articolo porta le riflessioni dell'Autrice, psicologa, in merito alla propria esperienza vissuta durante l’attività lavorativa. Si è trovata improvvisamente a cambiare ruolo, dovendosi occupare di ammalati spesso molto anziani, prostrati nel fisico dalla malattia e allontanati a forza dai propri familiari che non potevano far loro visita. L' Autrice racconta dei propri timori di contagiarsi e poter trasmettere la malattia ai propri familiari, delle angosce degli operatori sanitari a più stretto contatto con i pazienti, della difficoltà ad organizzare un supporto psicologico anche per gli operatori sanitari. Nel suo commento Mirella Rostagno pone in luce come il ruolo dello psicoterapeuta sia quello di contenimento e condivisione delle emozioni più dolorose del paziente (ma anche del terapeuta) nella fase acuta della pandemia e diventi curativo (e quindi trasformativo) in una fase successiva di rielaborazione.
My experience as phychoterapist at time of Covid19
The emergency linked to Covid19 pandemic has caused problems also to health organization. This article reports about Psychologist dr Petracca’s working experience. She had to change abruptly her role, had to deal with prostrate, very ancient patients, far away from their relatives who couldn’t go and visit them. The Author narrates her fear of getting sick and infect her family, the anxiety of healthcare workers closest to the patients, the difficulties in organizing a psychological support for the healthcare personnel also. In her comment, Mirella Rostagno highlights how the psychotherapeutic role in the acute phase of pandemic is containing and sharing the more painful emotions of the patient (but also of the therapist); this role is becoming curative (and then transformative) in a successive phase of reworking.
My experience as phychoterapist at time of Covid19
The emergency linked to Covid19 pandemic has caused problems also to health organization. This article reports about Psychologist dr Petracca’s working experience. She had to change abruptly her role, had to deal with prostrate, very ancient patients, far away from their relatives who couldn’t go and visit them. The Author narrates her fear of getting sick and infect her family, the anxiety of healthcare workers closest to the patients, the difficulties in organizing a psychological support for the healthcare personnel also. In her comment, Mirella Rostagno highlights how the psychotherapeutic role in the acute phase of pandemic is containing and sharing the more painful emotions of the patient (but also of the therapist); this role is becoming curative (and then transformative) in a successive phase of reworking.
My experience as phychoterapist at time of Covid19
The emergency linked to Covid19 pandemic has caused problems also to health organization. This article reports about Psychologist dr Petracca’s working experience. She had to change abruptly her role, had to deal with prostrate, very ancient patients, far away from their relatives who couldn’t go and visit them. The Author narrates her fear of getting sick and infect her family, the anxiety of healthcare workers closest to the patients, the difficulties in organizing a psychological support for the healthcare personnel also. In her comment, Mirella Rostagno highlights how the psychotherapeutic role in the acute phase of pandemic is containing and sharing the more painful emotions of the patient (but also of the therapist); this role is becoming curative (and then transformative) in a successive phase of reworking.
La fatica della cura. Il supporto al ruolo curante in tempi di Coronavirus
Mario Perini
L'Autore passa in rassegna le varie sofferenze a cui può andare incontro chiunque operi nella relazione d'aiuto; sofferenze ulteriormente accentuate dalla pandemia, con un aggravarsi del rischio di burn-out per le caratteristiche del tutto inedite e impensabili della situazione. Ora che la pandemia sembra avviarsi a conclusione appare necessario farsi carico del dolore dei curanti, offrendo loro spazi di rielaborazione di quanto vissuto, come per esempio gruppi di supporto e di “manutenzione del ruolo curante”. L'autore sostiene la necessità che non siano i singoli operatori, più consci di questo bisogno, a cercare un aiuto, ma che siano le istituzioni a programmare e offrire in maniera capillare interventi di supporto per quanti negli ultimi due anni sono stati esposti a livelli di angoscia insostenibili.
L'Autore passa in rassegna le varie sofferenze a cui può andare incontro chiunque operi nella relazione d'aiuto; sofferenze ulteriormente accentuate dalla pandemia, con un aggravarsi del rischio di burn-out per le caratteristiche del tutto inedite e impensabili della situazione. Ora che la pandemia sembra avviarsi a conclusione appare necessario farsi carico del dolore dei curanti, offrendo loro spazi di rielaborazione di quanto vissuto, come per esempio gruppi di supporto e di “manutenzione del ruolo curante”. L'autore sostiene la necessità che non siano i singoli operatori, più consci di questo bisogno, a cercare un aiuto, ma che siano le istituzioni a programmare e offrire in maniera capillare interventi di supporto per quanti negli ultimi due anni sono stati esposti a livelli di angoscia insostenibili.
L'Autore passa in rassegna le varie sofferenze a cui può andare incontro chiunque operi nella relazione d'aiuto; sofferenze ulteriormente accentuate dalla pandemia, con un aggravarsi del rischio di burn-out per le caratteristiche del tutto inedite e impensabili della situazione. Ora che la pandemia sembra avviarsi a conclusione appare necessario farsi carico del dolore dei curanti, offrendo loro spazi di rielaborazione di quanto vissuto, come per esempio gruppi di supporto e di “manutenzione del ruolo curante”. L'autore sostiene la necessità che non siano i singoli operatori, più consci di questo bisogno, a cercare un aiuto, ma che siano le istituzioni a programmare e offrire in maniera capillare interventi di supporto per quanti negli ultimi due anni sono stati esposti a livelli di angoscia insostenibili.
The fatigue of the cure. Support for the caring role in times of Corona virus
The Author reviews the various sufferings met by all those are working in a helping relationship; sufferings further accentuated by the pandemic, with a more severe burn-out risk due to the completely inedited and unthinkable situation. Now, with the pandemic going towards its conclusion, it seems necessary that we take care about carers' pain, giving opportunities of working-through such as supporting groups and a “maintenance of the caring role”. According to the Author, the singles workers, even if more aware of their needs, should not be supposed to ask for help; instead, the welfare system should set and offer diffused support interventions to all those have been exposed, during the last two years, to unbearable anxiety levels. Il supporto al ruolo curante in tempi di Coronavirus” di Mario Perini.
The fatigue of the cure. Support for the caring role in times of Corona virus
The Author reviews the various sufferings met by all those are working in a helping relationship; sufferings further accentuated by the pandemic, with a more severe burn-out risk due to the completely inedited and unthinkable situation. Now, with the pandemic going towards its conclusion, it seems necessary that we take care about carers' pain, giving opportunities of working-through such as supporting groups and a “maintenance of the caring role”. According to the Author, the singles workers, even if more aware of their needs, should not be supposed to ask for help; instead, the welfare system should set and offer diffused support interventions to all those have been exposed, during the last two years, to unbearable anxiety levels. Il supporto al ruolo curante in tempi di Coronavirus” di Mario Perini.
The fatigue of the cure. Support for the caring role in times of Corona virus
The Author reviews the various sufferings met by all those are working in a helping relationship; sufferings further accentuated by the pandemic, with a more severe burn-out risk due to the completely inedited and unthinkable situation. Now, with the pandemic going towards its conclusion, it seems necessary that we take care about carers' pain, giving opportunities of working-through such as supporting groups and a “maintenance of the caring role”. According to the Author, the singles workers, even if more aware of their needs, should not be supposed to ask for help; instead, the welfare system should set and offer diffused support interventions to all those have been exposed, during the last two years, to unbearable anxiety levels. Il supporto al ruolo curante in tempi di Coronavirus” di Mario Perini.
La comunicazione ai caregivers: una riflessione sull'esperienza in Ospedale durante la prima fase della pandemia
Antonella Varetto
A. Varetto riflette sulla sua esperienza di psicoterapeuta che ha lavorato in ospedale durante la fase più acuta della pandemia da Covid19. Il suo team aveva il compito di trasmettere le informazioni e dare sostegno psicologico sia ai pazienti che ai loro familiari. Durante la pandemia i parenti non avevano accesso in ospedale e le uniche comunicazioni possibili avvenivano attraverso tablet e smartphone. Sono molte le situazioni di sofferenza descritte dall’Autrice aggravate dall’impossibilità di contatti umani. Spesso ha assistito a reazioni di rabbia, di rifiuto, di polemica nei confronti degli operatori. Alcune volte tali reazioni erano il frutto di situazioni conflittuali irrisolte che la condizione traumatica faceva emergere. Lo stato di minaccia grave alla salute ha riportato alla luce esperienze arcaiche di paura, annientamento, frammentazione, persecuzione. Un’altra situazione particolarmente tragica è stata la condizione di non poter celebrare riti funebri con l’effetto di scindere la persona morta dalla propria storia. Essa diventa non completamente morta né completamente viva, sempre presente con la difficoltà estrema dei parenti ad elaborare il lutto della perdita.
A. Varetto riflette sulla sua esperienza di psicoterapeuta che ha lavorato in ospedale durante la fase più acuta della pandemia da Covid19. Il suo team aveva il compito di trasmettere le informazioni e dare sostegno psicologico sia ai pazienti che ai loro familiari. Durante la pandemia i parenti non avevano accesso in ospedale e le uniche comunicazioni possibili avvenivano attraverso tablet e smartphone. Sono molte le situazioni di sofferenza descritte dall’Autrice aggravate dall’impossibilità di contatti umani. Spesso ha assistito a reazioni di rabbia, di rifiuto, di polemica nei confronti degli operatori. Alcune volte tali reazioni erano il frutto di situazioni conflittuali irrisolte che la condizione traumatica faceva emergere. Lo stato di minaccia grave alla salute ha riportato alla luce esperienze arcaiche di paura, annientamento, frammentazione, persecuzione. Un’altra situazione particolarmente tragica è stata la condizione di non poter celebrare riti funebri con l’effetto di scindere la persona morta dalla propria storia. Essa diventa non completamente morta né completamente viva, sempre presente con la difficoltà estrema dei parenti ad elaborare il lutto della perdita.
A. Varetto riflette sulla sua esperienza di psicoterapeuta che ha lavorato in ospedale durante la fase più acuta della pandemia da Covid19. Il suo team aveva il compito di trasmettere le informazioni e dare sostegno psicologico sia ai pazienti che ai loro familiari. Durante la pandemia i parenti non avevano accesso in ospedale e le uniche comunicazioni possibili avvenivano attraverso tablet e smartphone. Sono molte le situazioni di sofferenza descritte dall’Autrice aggravate dall’impossibilità di contatti umani. Spesso ha assistito a reazioni di rabbia, di rifiuto, di polemica nei confronti degli operatori. Alcune volte tali reazioni erano il frutto di situazioni conflittuali irrisolte che la condizione traumatica faceva emergere. Lo stato di minaccia grave alla salute ha riportato alla luce esperienze arcaiche di paura, annientamento, frammentazione, persecuzione. Un’altra situazione particolarmente tragica è stata la condizione di non poter celebrare riti funebri con l’effetto di scindere la persona morta dalla propria storia. Essa diventa non completamente morta né completamente viva, sempre presente con la difficoltà estrema dei parenti ad elaborare il lutto della perdita.
Communication to caregivers: a reflection on hospital experience during the first phase of the pandemic
A. Varetto reflects on her experience as a psychotherapist working in hospital during the most acute phase of Covid19 pandemic. Her team’s task was informing and provide psychological support for patients and their relatives. During pandemic they couldn’t go into hospital and communications were possible only through tablet and smartphone. The Author describes a lot of sufferings,aggravated by the impossibility of human contacts. She had often seen reactions of anger,denial,controversy against the healthcare personnel. Sometimes those reactions came from unresolved conflicts that the traumatic situation brought out. The serious threat to one’s own health had brought back to light arcaic experiences of fear, annihilation, fragmentation, persecution. The impossibility to celebrate funeral ceremonies was another tragic condition; the consequence was separating the dead person from his own history. He becomes not completely dead and not completely alive, still present, and relatives aren’t able to elaborate the mourning of the loss.
Communication to caregivers: a reflection on hospital experience during the first phase of the pandemic
A. Varetto reflects on her experience as a psychotherapist working in hospital during the most acute phase of Covid19 pandemic. Her team’s task was informing and provide psychological support for patients and their relatives. During pandemic they couldn’t go into hospital and communications were possible only through tablet and smartphone. The Author describes a lot of sufferings,aggravated by the impossibility of human contacts. She had often seen reactions of anger,denial,controversy against the healthcare personnel. Sometimes those reactions came from unresolved conflicts that the traumatic situation brought out. The serious threat to one’s own health had brought back to light arcaic experiences of fear, annihilation, fragmentation, persecution. The impossibility to celebrate funeral ceremonies was another tragic condition; the consequence was separating the dead person from his own history. He becomes not completely dead and not completely alive, still present, and relatives aren’t able to elaborate the mourning of the loss.
Communication to caregivers: a reflection on hospital experience during the first phase of the pandemic
A. Varetto reflects on her experience as a psychotherapist working in hospital during the most acute phase of Covid19 pandemic. Her team’s task was informing and provide psychological support for patients and their relatives. During pandemic they couldn’t go into hospital and communications were possible only through tablet and smartphone. The Author describes a lot of sufferings,aggravated by the impossibility of human contacts. She had often seen reactions of anger,denial,controversy against the healthcare personnel. Sometimes those reactions came from unresolved conflicts that the traumatic situation brought out. The serious threat to one’s own health had brought back to light arcaic experiences of fear, annihilation, fragmentation, persecution. The impossibility to celebrate funeral ceremonies was another tragic condition; the consequence was separating the dead person from his own history. He becomes not completely dead and not completely alive, still present, and relatives aren’t able to elaborate the mourning of the loss.
07
Formazione
Presentazione del Corso di Alta Formazione in Clinica Forense
Mirella Rostagno
08
Recensioni
L'Ultracorpo. Psicoanalisi, corpi e biotecnologie
Lucia Monterosa, Angela Iannitelli e Antonio Buonanno (A cura di). Ed. Alpes Italia, Roma, 2021 (recensione di Daniela Cassano)
Rivista completa
Hanno collaborato a questo numero:
Hanno collaborato a questo numero:
D. Cassano
Medico neurologo, psicoterapeuta, Socio Fondatore A.Psi.C. e co-Direttore della rivista Psicoanalisi Contemporanea
P. Cavaglià
Psicologa, psicoterapeuta
S. Calamandrei
Psicoanalista, medico psichiatra, membro ordinario con funzioni di training della SPI
M. Danieli
Neuropsicologa, psicoterapeuta, Socio Fondatore A.Psi.C. e co-Direttore della rivista Psicoanalisi Contemporanea; Presidente sez. Piemonte di IAAP (International Association for Art and Psychology)
L. Fattori
Psicologa, psicoterapeuta, Socio Fondatore A.Psi.C. e Redattore Capo della rivista Psicoanalisi Contemporanea
M. Perini
Psicoanalista SPI, medico psichiatra, consulente di organizzazione, Direttore scientifico del Nodo Group
M. Petracca
Psicologa, psicoterapeuta
M. Rostagno
Psicologa, psicoterapeuta, Socio Fondatore e Vice-Presidente A.Psi.C., Consulente e Perito del Tribunale di Torino
D. Settembrini
Psicologa, psicoterapeuta, Socio Fondatore e Presidente A.Psi.C.
A. Varetto
Psicologa, psicoterapeuta